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Mosaico di Spilimbergo

Spilimbergo è un piccolo borgo di origine medioevale, conosciuto anche come città del mosaico grazie all’attività di una scuola unica al mondo nel suo genere. Nata ufficialmente nel gennaio del 1922, la scuola è erede diretta dell’antica tradizione musiva romana e bizantina e, successivamente, aquileiese e veneziana. Insieme con i laboratori cittadini, dà vita a pregiati mosaici che impreziosiscono qualsiasi tipo di edificio in vari angoli del mondo. Ad esempio, sono arricchiti da mosaici di Spilimbergo aeroporti, stazioni, metropolitane, alberghi, università, palestre, stadi, regge, residenze pubbliche e private, cattedrali, moschee santuari e monasteri. Il mosaico è ancora considerato una dei rami più nobili dell’artigianato friulano. Nella provincia di Pordenone, i mosaici sono disseminati ovunque. Nei centri e nelle frazioni più sperdute, rappresentano temi religiosi, profani o semplici ornamenti. Nelle ville illustrano la radicata cultura pagana e nelle basiliche ritraggono le innocenti e coinvolgenti manifestazioni del cristianesimo delle origini. I friulani hanno lasciato nei mosaici l’eterna traccia della loro storia nel profondo della memoria collettiva, talvolta arricchita da leggende o sfumata da notizie dubbie. E’ agli inizi del 900, però che, grazie al contesto culturale e l’aria di rinnovamento portata dall’art nouveau e dal liberty, il mosaico ha avuto l’impulso che ha creato quel gruppo di mosaicisti moderni, coeso nel modo di fare mosaico, che ha garantito, fino ad oggi,  una costante e progressiva presenza di artigiani nella zona. Sebbene l’arte musiva non ha avuto grande sviluppo e diffusione in ambito nazionale,  numerose  sono le  testimonianze che  riconoscono  ai  mosaicisti  di Spilimbergo grandi capacità tecniche e un grande vigore espressivo. L’artigianato friulano ha infatti sviluppato la propria inclinazione a migrare e a impegnarsi in grandi lavori all’estero, ricollocando l’arte musiva nella giusta posizione che merita nell’ambito della cultura dell’artigiano italiano. Molti furono e sono tuttora i committenti che richiedono il contributo dell’esperienza spilimberghese e molte sono le opere che sono state realizzate nel mondo. Negli ultimi anni il mosaico spilimberghese si sta sempre più liberando dalle ormai moderate tematiche della tradizione e della sua antichissima cultura, proponendo importanti varianti applicative capaci di rinnovare il settore e di modificare il sistema produttivo, in precedenza principalmente impegnato nella realizzazione di mosaici pavimentali, e, ora, maggiormente orientato alla produzione di oggetti in mosaico ai confini tra l’artigianato e il design, manufatti a tutto tondo capaci di mostrare, con leggerezza, le tante possibilità espressive delle tessere di pietra colorata o di smalto lucente, di vetro o d’oro. Il mosaico non è più solo “pittura perenne”, ma anche materia da plasmare e da comporre, materia che possiede uno spessore modificabile, una particolare profondità e un’inconsueta asprezza.


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